la lettura come gesto reazionario

Occupano le piazze. Ma non sono di sinistra. Né scalmanati di estrema destra. Non ci sono cortei, ma immobilismo. Niente risse, tafferugli, cariche, scontri con la polizia, lacrimogeni. Solo persone ferme, ritte in piedi, con un libro in mano.

Protestano, in silenzio, in favore della libertà d’espressione. Una manifestazione controintuitiva, ma con un fine nobile. Sembrano intellettuali posati ed impegnati, intenti a difendere il valore della cultura e dell’apertura mentale nei confronti dell’oscurantismo della censura governativa.

Una forza tranquilla in difesa della ragione e della razionalità contro l’oppressione del conservatorismo di stato.

Interessante, da approfondire, vediamo di saperne di più dal loro sito.

Ritti, silenti e fermi vegliamo per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna

Sfugge il nesso. Come si combinano le due cose? Qual è il legame logico? Si possono difendere la pace nel mondo ed il diritto a schiacciare le zanzare? Si può vegliare per scongiurare la fame nel mondo e la tutela del decoro urbano? O per la sanità statale e la crema nei bomboloni?

Quindi? Non sono più radical chic impegnati in una nuova forma di protesta cool? Sono conservatori travestiti? La confusione sotto il cielo è grande.

I primi a tiltare sono i collettivi anarchici, i centri sociali e  l’estrema sinistra. C’è qualcuno che occupa la piazza con modalità differenti dalle loro. Reazione istintiva, da trattato di etologia, attacco belluino con botte, offese, scontri. Hanno invaso il territorio, sia fisico che culturale (la libertà d’espressione), bisogna ribadire con la forza la propria supremazia.

Il problema è reale, le forze del male si mimetizzano e si mischiano tra noi. Copiano i modi di fare del nemico, si appropriano dei loro modi di agire. Tolgono loro gli elementi di identità e di identificazione, ciò che unisce lo schieramento opposto. In questo modo creano spaesamento, rendono malvagio ciò che prima era buono. Un bianco e nero che avanza inesorabilmente cancellando i colori .

La lettura, da che mondo e mondo, è un gesto di emancipazione, serve e a fare crescere il singolo e la collettività, crea idee, fa cambiare opinioni e convincimenti, amplia gli orizzonti dell’individuo, permette la riflessione e stimola il ragionamento.

Cosa c’entra dunque la lettura con questi medievali conservatori difensori della  naturale superiorità della famiglia tradizionale, dell’amore etero, del diritto all’omofobia? Come può la lettura essere il simbolo di gente rinchiusa in sé stessa e isolata dal mondo da una campana culturale di piombo?

Ci hanno rubato la lettura ed i libri. Leggere sarà d’ora in poi un gesto reazionario. Qualcuno che legge in silenzio su una poltrona in libreria? Un omofobo! Persone immerse nella lettura sui mezzi pubblici? Biechi tradizionalisti, bigotti avanzi di chiesa. Le biblioteche? Covi di reazionari.

La lettura come gesto superato, fuori moda, legato ad un mondo retrogrado, di ignoranza,  ripudiato dai giovani perché non popolare e socialmente escludente. Per essere cosmopoliti, tolleranti, progressisti, moderni, mentalmente aperti, rivoluzionari, bisognerà radunarsi in piazza a bruciare i libri.

Non resta che aspettare il momento in cui balleranno lo ska dietro un furgone munito di Sound System per manifestare contro l’aborto.